Questa mattina, Enzo Conte, un maestro di Salsa che stimo molto, su Facebook ha scritto: “Com’eravate voi da principianti? Ricordate ancora il primo giorno di lezione? Le eventuali difficoltà che avete incontrato?”

Questa la mia risposta.
Io all’inizio ero un disastro: rigido, scoordinato, più concentrato sul cosa fare che sul come farlo, con l’aggravante della allora mia compagna che era un talento naturale e quindi faceva tutto con facilità e fascino (facendomelo pesare).
Poi, migliorando il coordinamento mediante i tanto vituperati balli di gruppo, passando prima dall’ascolto della musica che dal movimento meccanico, ma soprattutto pensando a divertirmi invece che a stressarmi, sono migliorato.
Nel frattempo, io e la mia compagna ci siamo lasciati.
Un paio di anni dopo aver iniziato, ho reincontrato in pista la mia ex, e confesso di aver fatto una gran fatica a finire un pezzo assieme a lei; non per ragioni emotive, ma perché quella che all’inizio mi era sembrata una ballerina naturale, in realtà ballava male, in maniera approssimativa, con poca attenzione al tempo e al movimento in coppia, e in quegli anni non si era spostata di un centimentro da dove aveva iniziato.
Mentre io, piano piano, lavorando su di me, ero arrivato a ballare dignitosamente e con soddisfazione con qualsiasi ballerina, dalla principiante incontrata a bordo pista a Tania Santiago (!!!, indimenticabile serata al Salsa World Festival)
P.S.: Un enorme grazie alla mia maestra Monica Picchio, che mi ha accompagnato lungo tutto questo percorso, e che ancora se la ride per quella volta con Tania Santiago, che al primo tentativo non sono riuscito a farle fare una figura (e ci siamo fatti tutti una bella risata), mentre al secondo tentativo, riuscito con successo, da bordo pista ha annuito con soddisfazione e il sorriso del gatto che si è appena mangiato il topo 😀

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